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Severità idrica

Severità idrica

In relazione alla durata e alla intensità della siccità meteorologica, alle caratteristiche idrografiche, geologiche e vegetazionali dell’area interessata dalla riduzione delle precipitazioni, all’intensità dei consumi, nonché alle efficienza delle infrastrutture e dei servizi idrici, gli effetti dovuti alla riduzione delle precipitazioni possono riguardare i sistemi idrici (cosiddetta siccità idrologica), il suolo e le colture (cosiddetta siccità agricola) fino ai sistemi socio-economici e ambientali determinando un vero e proprio squilibrio tra la disponibilità della risorsa idrica e i fabbisogni necessari per gli usi agricoli, civili ed industriali e per la conservazione degli ecosistemi (siccità socio-economica e ambientale).  

Gli effetti della siccità vengono espressi in termini di “severità idrica” suddivisa in quattro possibili scenari (scenari di severità idrica):

“situazione normale” ovvero “scenario non critico”: in cui i valori degli indicatori di crisi idrica (portate/livelli/volumi/accumuli) sono tali da prevedere la capacità di soddisfare le esigenze idriche del sistema naturale ed antropico, nei periodi di tempo e nelle aree considerate;  

“scenario di severità idrica bassa”: in cui la domanda idrica è ancora soddisfatta, ma gli indicatori mostrano un trend peggiorativo, le previsioni climatiche mostrano ulteriore assenza di precipitazione e/o temperature eccedenti i valori ordinari per il periodo successivo;  

“scenario di severità idrica media”: in cui lo stato di criticità si intensifica. Le portate in alveo risultano inferiori ai valori tipici del periodo, la temperatura elevata determina un fabbisogno idrico superiore alla norma, i volumi accumulati negli invasi e nei serbatoi non sono tali da garantire gli utilizzi idropotabili, irrigui, industriali e ambientali con tassi di erogazione standard. Sono probabili danni economici e impatti reversibili sull’ambiente;  

“scenario di severità idrica alta”: sono state prese tutte le misure preventive ma prevale uno stato critico non ragionevolmente prevedibile, nel quale la risorsa idrica non risulta sufficiente ad evitare danni al sistema, anche irreversibili. Sussistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di siccità prolungata ai sensi dell’art. 4.6 della Dir. 2000/60/CE o, in casi più gravi, per l’eventuale richiesta, da parte delle Regioni interessate, della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. 

In presenza di scenari di severità diversi da quello “non critico”, l’Osservatorio assume il ruolo di Cabina di regia per la gestione della crisi idrica, supportando il Dipartimento della protezione civile e procedendo:  

  • alla valutazione degli scenari di impatto sui diversi usi e sui corpi idrici della situazione di siccità o carenza idrica in atto;
  • alla individuazione delle misure più appropriate per la mitigazione degli impatti della scarsità idrica e della siccità sulla base degli elementi conoscitivi disponibili e proponendone l'attuazione, anche ai fini dell’adozione di eventuali misure di salvaguardia;  
  • al monitoraggio dell'evoluzione del fenomeno in atto e degli effetti delle misure adottate;  

  • alla comunicazione, tramite il Bollettino, della situazione meteo-climatica e idrologica in atto, dei rischi, delle misure adottate e degli effetti ottenuti.